L'AMORE OLTRE CONFINE, acrilico su tela 100 x 150 cm anno 2018
L’AMORE OLTRE CONFINE
I Bronzi di Riace emergono prepotentemente dalle onde di un mare in tempesta, avvolti delicatamente dalla spuma marina, liberano la loro sessualità. I due corpi sono mano nella mano, teneri innamorati inconsapevoli del pregiudizio umano, appaiono tranquilli e idilliaci. Intorno a loro la natura è impetuosa quasi fosse il diluvio universale. I due uomini innamorati resistono fino ad emergere dalle onde. I vortici, innumerevoli braccia umane , sembrano lambire questi corpi privandoli della loro identità. La natura non coprendo interamente i corpi li fa emergere dandogli un occasione nuova di rinascita e liberazione del loro amore. Tatiana Balchesini
L'APOTEOSI DELL'AMORE,olio su tela 200 x 217 cm anno 2017
L'APOTEOSI DELL'AMORE L’apoteosi dell’amore, al primo sguardo appare come una grande miniatura oppure come una mappa in cui ben nitide sono le tappe di un’ amore intenso come quello di Orfeo e Euridice. Al centro del quadro una grande macchina volante custodisce il volto di Euridice. La macchina quasi Leonardesca è completamente avvolta da rose e altri tipi di fiori. Una serie di drappi rossi formati anch’essi da rose calano dalla macchina e sugellano le gesta di Orfeo. Un terzo personaggio invade la scena: è il serpente artefice della morte di Euridice l ’ascesa di Euridice, amore infinito ed immortale, il canto, la poesia e la musica di Orfeo innamorato folle e disperato confluiscono in un apoteosi totale dell’amore . Tatiana Balchesini
IL TEATRO DELL'ASSURDO,, 150 x x 150 anno 2019
IL TEATRO DELL'ASSURDO
L’opera rappresenta uno squarcio dell’ acquedotto romano. In mezzo a un campo di grano si erge un sipario, un piccolo teatrino. Rivoli d’erba e turgidi fiori rendono il sipario agreste. All’osservazione si nota subito l’apertura posteriore del sipario, “l ’apertura al mondo.” Sulla destra, un araldico trombettista annuncia l’inizio dello spettacolo. Una grande sorpresa stupisce il fruitore, l’attore è un ibrido un uomo-animale. L’ibrido, armeggia con due specchi poiché in quello piccolo non riesce a vedere la sua immagine completa. Attraverso lo specchio grande, vede l’ anima, la solitudine, sente fortemente il suo dramma esistenziale. La solitudine dell’uomo moderno, la non socializzazione, fanno si che nonostante l’esistenza della “rete”, l’uomo sia solo a combattere contro le forze del mondo . Una vera tragedia dell’assurdo! Tatiana Balchesini